Ristorante nella grotta

Un antico frantoio divenuto il vostro rifugio preferito

Un ristorante nella grotta è una delle tante magnifiche e insolite cose che si possono trovare in Puglia e a Ostuni ne abbiamo un esemplare.

La grotta in cui si è scelto di creare la nostra trattoria risale al XIV secolo. Nel 1700 la grotta è divenuta un frantoio ipogeo dopo un massiccio scavo della roccia per uno spazio di 180 mq e un'altezza di 3 metri. Originariamente questo frantoio veniva definito "a cucchiaredda" (cucchiaio piccolo) per via delle sua struttura e si trattava di uno fra i più grandi e attivi nella zona dove affluivano le olive di tutti i contadi circostanti.

Abbiamo raccolto per voi la testimonianza di un operaio che ha lavorato in questo frantoio a partire dal 1930. Con estrema lucidità il Signor Giuseppe Lazillotti ci ha raccontato la giornata tipica di un operaio del frantoio nel periodo lavorativo più intenso (da Novembre a Marzo). Per un salto nel passato leggete il suo racconto qui.

Fra le suggestive pareti rocciose di questo antico frantoio che trasuda storia, oggi si trova la trattoria La Grotta delgi Avi, un ristorante nella grotta dove potete gustare prestigiosi vini pugliesi e piatti innovativi o tipici,  conditi sempre dalla massima cortesia e disponibilità di tutto il personale.

La tipica trattoria di Ostuni "La Grotta degli Avi" è un ambiente rustico e intimo, curato nei dettagli, ideale per sentire il calore della tradizione e respirare i profumi della nostra terra capaci di raccontare la cultura locale anche ai turisti. Ogni piatto viene preparato al momento con passione, la stessa passione che ogni pugliese nutre per la propria terra. Ogni giorno proponiamo ai nostri clienti prodotti freschi e genuini per un pranzo e una cena dal sapore autentico.


La storia di queste mura

Un salto nel passato

Abbiamo avuto la fortuna di poter parlare coni il signor Giuseppe Lazillotti che dal 1930 ha lavorato nel frantoio ipogeo di Ostuni, situato nella grotta in cui oggi si trova la trattoria La Grotta degli Avi.

Il suo racconto ci farà fare un salto nel passato e cogliere l'importanza del posto in cui ci troviamo e quanto esso è ricco di storia.


"Già prima della guerra si lavorava da Novembre a Marzo; la giornata di lavoro cominciava alle 4 del mattino e finiva alle 8 di sera. Il frantoio dava lavoro a sei operai, mentre nel periodo più pieno che coincideva con il mese di Dicembre, il frantoio funzionava 24 ore su 24 con due squadre di sei operai per turno. A volte, quando non si riusciva ad organizzare una seconda squadra per vari motivi, si faceva un turno unico con un'unica squadra che riposava a turno su giacigli di sacchi di iuta riempiti di sanza (noccioli di olive triturate). Ovviamente nel frantoio c'era, e vi è tutt'ora, un caminetto dove si mettevano già dal primo mattino generalmente le fave secche a volte con la buccia, ma il più delle volte già sgusciate, per farne purea di fave che poi si accompagnava a verdura, in genere cicorielle selvatiche e pane abbrustolito condito con olio, che ovviamente non mancava. Si mangiava quindi all'interno del frantoio senza perdere di vista le presse di legno scolpite a mano. Ogni operaio riusciva a stringere circa 3 macine al giorno; ogni macina era composta da circa 170 Kg di olive schiacciate da cui venivano estratti circa 30 litri di olio per ogni macina e veniva lasciato al proprietario del frantoio mezzo litro di olio come pagamento. L'olio ricevuto in pagamento da titolare veniva venduto ai privati che non avevano olive da macinare."

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